Pittore italiano. Formatosi presso l'Accademia di Brera, legato da profonda
amicizia a Pellizza da Volpedo, fin dalle sue prime opere incarnò il
proprio realismo descrittivo non solo nella tecnica ma anche nella scelta dei
soggetti (paesaggi, scene di vita quotidiana e popolare), che rimandava ad
ideali di tipo umanitario e sociale ed esprimeva una costante denuncia della
miseria. Il particolare interesse per le ricerche luministiche, sia nella resa
degli effetti di luce sia in quella dei valori atmosferici, già
individuabile in
La stazione di Milano del 1889, condusse l'artista ad
accostarsi al Divisionismo. Anche per la notevole influenza esercitata su di lui
da G. Segantini, aderì al movimento nel 1890 (si veda
La lettera).
In questo ambito,
M. si distinse per l'assenza di sperimentalismi e, al
contrario, per l'estremo rigore tecnico e la trasfigurazione lirica delle sue
opere raggiunta attraverso la cifra caratteristica della sua arte che fu il
chiaroscuro. Predilesse, più che la dimensione paesaggistica, il tema
della vecchiaia, delle cose che la morte o l'ombra stanno per sommergere. Tra le
sue opere ricordiamo:
Le risaiole (1895),
La sedia vuota (1903),
Natale al Pio Albergo Trivulzio (1909),
Giorni ultimi (1912),
Panni al sole (1916) (Alessandria 1853 - Milano 1919).